Si parla spesso del fatto che la pianificazione dei trasporti è a un punto di crisi e che sottovaluta le principali sfide urbanistiche (Banister, 2005; Balaker and Staley, 2006; Wickham, 2006). Due principi fondamentali vanno tenuti presenti qualora si voglia affrontare il problema legato ai trasporti e formulare dei metodi adeguati per la sua risoluzione, vale a dire che il viaggio è una domanda derivata e non un’attività che le persone desiderano intraprendere per se stessa ed è solo il valore dell’attività alla destinazione che si traduce in viaggio. Il secondo principio è che le persone minimizzano le spese di viaggio generali, considerate principalmente attraverso una combinazione delle spese di viaggio ed il tempo impiegato per viaggio.
Questi principi di base sono importanti conseguenze, in quanto si trovano alla base di molte analisi e studi di valutazione sulla mobilità. Esse aiutano a spiegare la predominanza di soluzioni di trasporto ai problemi urbani, e l’enorme crescita degli aspetti del viaggio, che hanno puntato a rendere i mezzi di trasporto sempre più veloci e capaci di collegare distanze più lunghe, così comela maggiore velocitàdiviaggio è stata implementata in maggiore misura rispetto all’aumento dei costi di viaggio (Banister, 2006; Deakin, 2006; Duranton, 2006; Kahn, 2006).
In questo scenario il trasporto pubblico locale (con cicloe a piedi) è diventato meno attraente e questo a sua volta ha comportato un maggiore uso della vettura privata. La dipendenza dell’automobile ed il maggiore decentramento, hanno sicuramente influito in questo trend di sviluppo che vede un enorme numero di vetture, in cui spesso si trova il solo conducente senza altri passeggeri a bordo. Lo spostamento delle residenze fuori dai centri urbani è un processo difficile da invertire e questo condiziona in larga misura i risvolti che ha sul trasporto e più in generale sulla mobilità.
Allo scopo di sensibilizzare i cittadini sull’impatto dei trasporti sulla qualità dell’aria e spingerli ad usare mezzi alternativi a quelli privati diversi progetti sono stati sviluppati e portati avanti, (leggi anche “L’esperienza della Mobilità Elettrica a Roma”) sia in Italia che attraverso progetti comunitari che vedono la partecipazioni di varie paesi appartenenti alla comunità europea.
Anche quest’anno il ministero dell’Ambiente ha aderito alla settimana europea della mobilità sostenibile, promossa dalla Commissione UE per sensibilizzare i cittadini e la collettività, svolgendo principalmente un ruolo di coordinamento tra le varie iniziative organizzate su tutto il territorio nazionale tra cui: “Car sharing Day” tenutosi a Roma; “Conferenza nazionale su Mobility Management e Mobilità Sostenibile” svoltasi a Reggio Emilia,“Copertura assicurativa degli spostamenti in bicicletta per andare a lavoro” organizzata presso l’università di Roma Tre.
La Mobilità Sostenibile del resto si inserisce nel più ampio contesto della sostenibilità ambientale e la combinazione di auto elettrica, fotovoltaico e sistemi di accumulo cambierà definitivamente il volto del sistema elettrico, secondo quanto sostiene la banca svizzera Ubs in un rapporto (“Global Utilities, Autos & Chemicals: Will solar, batteries and electric cars re-shape the electricity system?”) pubblicato il 20 agosto.
Il calo del costo delle batterie (oltre il 50% da qui al 2020) e degli impianti fotovoltaici farà sì che un investimento in un “sistema” formato da auto elettrica, batteria stanziale e impianto fotovoltaico avrà un tempo di ritorno di 6-8 anni, in particolare in Paesi nei quali la benzina e l’elettricità sono molto costose, come Germania, Italia e Spagna. l’autoproduzione energetica diventa il perno del sistema elettrico, “entro il 2025 tutti saranno in grado di produrre e accumulare energia. E questa sarà verde e economicamente competitiva”, spiega la banca, che invita i propri clienti ad investire in questo settore.
Il fotovoltaico, anche senza incentivi è spesso già adesso conveniente rispetto all’acquisto dell’elettricità dalla rete. Il costo dei sistemi di accumulo, in particolare della batterie al litio, si prevede, calerà del 50% entro il 2020 e del 75% entro il 2025. I veicoli elettrici già entro 5 anni costeranno tanto quanto quelli con motore a combustione in più fa risparmiare circa 2000 euro l’anno di carburante per auto e la previsione del report è che questa tipologia di mezzi arrivi a coprire il 10% del parco veicoli europeo entro il 2025.
E’ soprattutto la combinazione tra le tre tecnologie – solare, batterie ed auto elettrica – che, consentendo di massimizzare l’autoconsumo da fotovoltaico, dà a livello economico l’impulso che porterà, secondo la banca, ad un boom della generazione distribuita. In questo contesto saranno avvantaggiate le utility che al momento sono già molto presenti nella distribuzione e nella vendita al cliente finale, rispetto a quelle focalizzate sulla produzione mentre tra le aziende automobilistiche che saranno più favorite dalla diffusione dei veicoli elettrici la banca punta principalmente su BMW.