Sviluppo delle fonti rinnovabili, sicurezza negli approvigionamenti, bassa intensità energetica del settore industriale e centrali a gas di nuova generazione. L’Italia per molti aspetti (produttività e competitività) occupa ancora posizioni basse nelle classifiche internazionali ma dal punto di vista dell’energia rinnovabile ha segnato importanti passi in avanti. Lo certifica uno studio del colosso statunitense General Electric e dei tedeschi dell’Handelsblatt Research Insitute che ha preso in esame quanto accaduto negli ultimi cinque anni in 24 paesi, i principali facenti parte dell’Ocse più Brasile, Russia, Cina e India e Sud Africa.
L’Italia è al secondo posto per gli sforzi compiuti nell’abbassare il livello di inquinamento dovuto alla produzione di energia, davanti c’è solo l’Austria, che su questo terreno è stato un pioniere in Europa. Il rapporto parla di un alto livello di “enviroment-friendliness” che permette all’Italia di innalzarsi addirittura al primo posto per la “dinamicità” con cui si sta muovendo, grazie ai grandi progressi compiuti nel fotovoltaico, il cui livello di produzione di energia è al primo posto in Europa.
Lo studio descrive l’Italia come “il primo paese industrializzato ad abbandonare l’energia nucleare dopo l’incidente di Chernobyl”, evidenzia che il nostro paese ha quasi raggiunto gli obiettivi del protocollo di Kyoto sulla produzione di energia rinnovabile anche se rimane ancora qualcosa da fare sul fronte della lotta alla Co2. Nonostante questo, l’Italia ha ancora molto passi avanti da compiere: per esempio, è in fondo alla classifica per il rapporto costi-efficienza (ventunesima), posizione dovuta in parte per il peso degli incentivi in bolletta sul fotovoltaico. Allo stesso modo, è tra i paesi che hanno maggiormente aumentato i costi della bolletta per le imprese, in particolare per le Pmi. Nonostante la crescita dell’autoproduzione da rinnovabili, il nostro paese dipende ancora in modo eccessivo dall’estero per l’approvigionamento.
Il bilancio complessivo sembra essere positivo. Come spiega il presidente e ad di General Electric Italia, Sandro De Poli: “Non c’è dubbio che i passi avanti compiuti negli ultimi anni dall’Italia siano costati in termini di incentivi. Ma lo studio dimostra che i passi avanti compiuti dall’Italia sono considerevoli e le rinnovabili sono una opportuinità per ridurre la dipendenza dall’estero, grazie anche al peso dell’idroelettrico. Le rinnovabili, in questa fase, hanno ancora bisogno di una fonte flessibile e complementare e il gas naturale può fornire un mix energentico stabile ed efficiente con un minimo impatto ambientale”.
E’ arrivato il momento di superare le barriere che ancora rimangono tra i paesi europei nel settore dell’energia: “Occorrono regole comuni e investimenti significativi in tutta Europa per potenziare le infrastrutture e abbattere le barriere che permettanno la costruzione di un vero mercato dell’energia e l’abbattimento dei costi. Un appuntamento cui Bruxelles non può più mancare”.
Fonte: La Repubblica