Il mercato del Public Cloud raggiunge nuovi livelli di maturità, nel mondo diventano più forti e molteplici i benefici percepiti. È quanto evidenziato da un recente rapporto di Forrester Research.
Buone notizie, in generale, per il Cloud: sta crescendo persino più (il 20 per cento in più) di quanto Forrester aveva previsto nel 2011. Adesso va verso i 191 miliardi di dollari (nel mondo) nel 2020, contro gli attuali 58 miliardi.
I servizi complementari di cloud pubblico vengono adottati ancora a tassi maggiori rispetto a quelli di sostituzione. Del resto, è questo il modo con cui il Cloud si è affermato finora, principalmente: con offerte che aggiungono nuove funzioni a quelle esistenti, basate su tecnologie tradizionali, invece che rimpiazzandole. Il motivo è che in questo modo le aziende hanno potuto ridurre i costi e le complessità di transizione, e hanno potuto evitare di mettere a rischio la sicurezza e l’affidabilità dei propri sistemi che supportano il business.
La novità però è che questa tendenza si sta un po’ invertendo e ora il Cloud comincia a prendere posto tra funzioni base dell’IT aziendale sostituendosi alle tecnologie tradizionali. Questo principio vale in particolare per le applicazioni, che varrà 133 miliardi nel 2020 dagli attuali 52.
Qui sta diventando più comune la sostituzione per le aree di Sales force automation, Crm, gestione risorse umane, eProcurement. Il trend ben presto si estenderà ad altre aree, secondo Forrester.
Insomma, le dinamiche di mercato del cloud pubblico sono segnate da un equilibrio, secondo Forrester, tra i timori da una parte e l’appetito per i benefici del Cloud, dall’altra. Le aziende continuano a temere, nei confronti del Cloud, per la sicurezza dei dati, e di non poter bene integrare le applicazioni Saas con i sistemi “on premises” (installati in azienda). Ma anche per i costi di lungo periodo e per il vendor lock-in (di essere “intrappolati” nelle spire di un fornitore cloud); per le prestazioni delle applicazioni e l’impossibilità di personalizzarle.
A tutto questo si aggiungono altri vantaggi, che fino a poco tempo fa erano poco considerati dalle aziende: la possibilità di supportare utenti mobili e a distanza, e di ottenere funzioni non disponibili nei pacchetti software tradizionali; l’accesso a un ampio ecosistema di soluzioni software basato sul Cloud. Viene favorito inoltre un modello incrementale (o iterativo) di sviluppo software a supporto dell’innovazione nell’azienda.
Sono quattro i fattori che stanno spingendo questa nuova fase del Public Cloud. L’offerta è diventata più matura: in grado di fornire maggiori prestazioni, affidabilità, sicurezza. I principali vendor lavorano infatti ormai anche con grandi clienti pubblici e governativi.
Fonte: ict4executive