Il rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’energia (IEA-International Energy Agency) “Tendenze di mercato a medio termine dell’energia rinnovabile” rivela che nel 2018 il 25% della produzione mondiale di elettricità e un decimo del fabbisogno di calore arriverà da fonti rinnovabili. Sono numeri importanti, a cui si arriverà soprattutto grazie al contributo dei paesi emergenti (Cina in testa).
Tra il 2012 e il 2018 la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili crescerà a un ritmo maggiore rispetto ai 6 anni precedenti, a partire dall’energia idroelettrica seguita da solare, eolico, bioenergie, geotermia. Gli investimenti e lo sviluppo delle rinnovabili stanno accelerando in particolare nei mercati emergenti, in cui si prevede che la domanda di energia crescerà del 60% da qui al 2035.
Per quanto riguarda l’Italia l’analisi sottolinea che nel nostro paese l’80% del fabbisogno nazionale è coperto ancora da energia importata dall’estero, a fronte di una media europea del 53%. Si tratta in particolare di gas, petrolio e altri combustibili fossili, oltre ad una piccola quota di energia elettrica, un gap che comporta una bolletta energetica estera di circa 62 miliardi annui e una bolletta energetica interna, pagata da famiglie e imprese, superiore anche del 25% rispetto al resto dell’Europa.
La Strategia Energetica Nazionale, il documento di programmazione energetica del governo che traccia la rotta per i prossimi 6 anni, ha previsto che entro il 2020 si arrivi a coprire circa il 20% dei consumi finali lordi con fonti rinnovabili, superando gli obiettivi definiti dall’UE, e di ridurre al 67% la dipendenza energetica dall’estero. Attualmente il Paese è al terzo posto per produzione da fonti rinnovabili, dietro a Germania e Svezia, anche grazie al sistema di incentivi, che ha però determinato forti squilibri.
Il 45% dell’energia rinnovabile prodotta in Italia proviene da impianti idroelettrici, per lo più da grandi impianti, collocati soprattutto nell’Italia del Nord. Al secondo posto la fonte solare, che rappresenta un quinto della produzione rinnovabile. A seguire gli impianti eolici (14,5%), che hanno segnato una crescita importante; le bioenergie (13,5%), in fine la geotermia che rappresenta il 6% della produzione rinnovabile complessiva in Italia.
Oltre al fotovoltaico, che è tra le fonti più sviluppate in Italia, altro vettore su cui si sta puntando è l’idrogeno.
Fonti: Rinnovabili.it